Cara Femmina Contemporanea, la Sacra Fregna tienitela pure!
La sacrosanta verità è che ci si annoia. Persone interessanti in giro, neppure l’ombra. Ed è così, imbattendomi su questo post (Caro Maschio Contemporaneo, riprenditi la Sacra Fregna), scritto da Memorie di una Vagina e pubblicato da Linkiesta, che ho deciso di rispondere di stomaco, ma senza rabbia. Giusto un appunto.

Photo by Brian Harkin/Getty Images
Cara Femmina Contemporanea,
ti scrivo questa lettera per dirti che la tua Sacra Fregna puoi anche tenertela.
In primis vorrei tranquillizzarti e spiegarti che no, non è la mia virilità ad essere in crisi in questa epoca segnata dall’iperconnessione, dall’inesauribile pluralità d’offerta, dalla disponibilità e gratuità del porno e della totale confusione ta i generi.
Noi in crisi non lo siamo affatto: come ben dici te, lo saranno le relazioni, lo saranno le nuove generazioni, lo saranno i nostri genitori che ci mandano emoticon su facebook e whatsapp; lo saranno i giovani che fanno più sexting che sesso; lo sarete voi donne single perennemente in conflitto tra la vostra indipendenza e la vostra solitudine. Eh si, evidentemente lo sei anche tu, cara Femmina Contemporanea. Ma di certo non noi.
Noi che siamo cresciuti abbastanza. Noi che ci siamo assunti delle responsabilità. Noi che ci trovi a rassettare casa al pomeriggio dopo il lavoro. Noi che siamo pronti di fronte alla famiglia, di fronti ai figli, di fronte al sesso (ricorda comunque che gli slanci giovanili sono finiti da un pezzo), di fronte a un motore a scoppio o a un cavo elettrico. Noi davanti i fornelli la sera per prepararci la schiscetta per il giorno successivo. Eh si, cuciniamo anche meglio di voi, ed hai pienamente ragione nel dire che non ci voglia molto. Noi che preferiamo ancora la famiglia ai viaggi in giro per il mondo alla ricerca di noi stessi. Noi sappiamo bene chi siamo. E sicuramente, non siamo in crisi di fronte a voi donne.
Ed è difficile, forse impossibile, farvi capire che la nostra non è crisi, ma più noia, molto probabilmente frutto della vostra “emancipazione”. Che siete andate così oltre, che vi siete “emancipate” anche da voi stesse.
Siamo tutti d’accordo, e lo sono anch’io, nel dire che la vostra generazione di donna concede la propria virtù in dosi e tempi diversi rispetto alle generazioni passate (leggi: la date via come fosse mangime ai piccioni, solo che noi a differenza degli altri volateli, che s’ammassano tutti lì a beccare il beccabile, iniziamo a far selezione). E davvero così facile averla da voi che crea suspanse l’incertezza della tizia su youporn creata da una connessione internet del cavolo a casa.
Siete alla ricerca del maschio alfa, e vi portate a casa sempre il fighetto palestrato tutto tatuato: “Che sai quest’anno va il maori e vieni dai che ti spiego questo tattoo che valore ha nella mia vita e i mille significati dell’essere”. Oppure il figlio dei fiori con la chitarra in mano impegnato nel sociale, nelle lotte di partito e alla ricerca di sentieri sostenibili. Belli eh, nulla da dire, ma credibili quanto Banderas nello spot della Mulino Bianco.
Noi, la Sacra Fregna, ce la siamo sudata tanti ma tanti anni fa. Dai pomeriggi interminabili a far squilletti, alle lettere sentimental/drammatiche; dalle serenate stonate sotto casa ai cd masterizzati degli 883; dalle poesie d’amore ai testi scopiazzati di Battisti e Mina. Perché la Sacra Fregna, in quanto tale, andava onorata.
E andava bene su per giù in qualunque modo: roscia, bionda, nera, grassa, magra, giovane, no, vecchia no, glabra, afro, verticale, orizzontale e pure di traverso. Oggi no. Oggi non è più così. Oggi ce la tiriamo alla grande!
Oggi che YouPorn ha sdoganato il sesso, ci lasciamo andare, e la barba incolta e il pube altro che ben ordinato, non è “hipsteria” ma solo trasandatezza e voglia di essere veri. E non vi costringiamo a spalmarvi cera bollente sulle grandi labbra e strappare via, perché ancora oggi nessun uomo è morto ucciso da un pelo pubico in gola.
Oggi non cerchiamo foto. Le foto delle tette. Le foto del culo. Viviamo in uno stato di permanente e immutabile noia che ci porta a non eccitarci mai davvero, a non afferrarlo nemmeno quel culo, a non toccarle nemmeno quelle tette, a non darvelo nemmeno quell’uccello. Vedervi tutto il giorno con lo smartphone in mano fra una foto che vi “like” e un “sashimi e nigiri organico” postato su Instagram, ha gettato la nostra libido ai minimi storici, che a paragone i discorsi della Flavia Vento sembrerebbero quasi interessanti. Ma non è solo questo.
Noi non siamo quelli che vi chiedono esplicitamente “vuoi scopare stasera?”. Siamo gli esperti del corteggiamento, quello misurato e consapevole, ma non sappiamo proprio chi corteggiare. Abbiamo lottato per la “trombamica”, ci avete tolto anche quella. Latita, da parte vostra care donne, la disponibilità a mostravi vere sul piano umano, che interessanti lo siete già di vostro, perché forzare la cosa cercando di dimostrarlo ad ogni costo. La portiera dell’auto aperta, la sedia accompagnata a cena, la chiacchiera passeggiando sul lungomare, il tentativo e anche la “vituperata carta del rimbalzo”. E stavamo al gioco dell’auspicabile o strategico, rimbalzare, se la tipa ci piaceva. E noi lo amavamo anche. Adesso siete così prevedibili e scontate che sotto casa vi salutiamo col bacetto sulla guancia, anche al centesimo appuntamento, anche quando è evidente che potremmo osare, perché i segnali (inclusi quelli di fumo e il codice morse) li sappiamo recepire.
E’ che preferiamo guardare una noiosissima partita dell’Inter invece che Amare voi tra un selfie e una noiosissima lezione di yoga. Vi portiamo a cena fuori solo perché il nostro gattino, al ristorante, non lo accettano ancora. Siete troppo occupate a postare su Instagram foto di viaggi in solitaria, piatti asiatici e cocktail caraibici con sunset a far da sfondo.
Perché in fondo, a noi, provarci sempre con voi era la nostra ragione di vita, dopo il calcio ovviamente! Perché siamo masculi (maschi). Ecco perché. Ma il problema è proprio qui. È che il concetto di “maschio” senza il concetto di “femmina” non ha più ragione di esistere. Avete preferito l’IO al concetto di “femmina”. Raggiungere i propri interessi personali. Nessuna lotta ideologica, neppure qualche radical chic, meri interessi personali. E riflettendoci, se proviamo a vestire i vostri panni, cara Femmina Contemporanea, ci accorgiamo che ci calzano a pennello. Che le Donne Contemporanee sono così banali e scontate che non ci viene difficile neppure far a meno di voi.
L’Uomo Contemporaneo lavora il giusto e si stressa il meno possibile perché non vuole essere fra i primi dieci posti nella classifica di Forbes ma giustamente neppure l’ultimo dei coglioni. Ha bisogno di una donna che sia donna, ma anche madre, moglie, amica, confidente, pazza sclerata, cuoca, colf, infermiera e a cui possiamo “praticamente” delegarle tutte le relazioni con la propria famiglia. Non vuole una super donna in carriera. Non cerca lo scontro, se non per poi fare la pace fra le lenzuola in camera da letto. Non abbiamo bisogno di donne con le palle, quelle le abbiamo già noi e ci fanno anche un po’ schifo. Ci piacciono anche quelle che parlano di cazzi e orifizi manco fossero smalti e ombretti, ma poi sognano la favola perchè noi siamo ancora perduti ed eterni romantici. Cerchiamo donne brave con le bocche, ma amiamo mandare il messaggino della buonanotte. Vi vogliamo forti da crescere i nostri figli e capaci di crollare per un paio di doppie spunte blu senza risposta. Che ci sbraiate contro, che se non diamo attenzioni siamo degli stronzi, e se ve ne diamo troppe sbuffate anche. Che nonostante dirigete un’azienda tutta al femminile dobbiamo invitarvi prima noi. E vi accettiamo per quelle che siete, anche col pigianone antisesso le fredde sere d’inverno.
Che un cuore dichiarano d’avercelo, e non in fondo alla vagina. Che sono emancipate ma il conto lo paghiamo anche noi per carità (perché sì, quella è una questione di eleganza). Che le dimensioni non contano, e che se dovessimo eiaculare nel tempo di uno starnuto è perché stiamo provando ad amarvi e non a compiacerci per la durata a letto. E non serve mica il gps per trovarvi il clitoride né tantomeno dovete ergervi a google maps, la strada la troviamo da soli! Che il mobile ve lo facciamo noi e che l’Ikea possa anche andar in malora. Capaci di stirarci le camicie e deliziarvi di qualche sofisticata citazione fra un rutto e una scoreggia. Che la sera amiamo sorseggiare un bel Amaretto di Saranno davanti al camino leggendo un bel libro, anche se è lo stesso da tre anni a sta parte. Cresciuti coi Nirvana e appassionati di Indie e dei Baustelle. Che ci emozioniamo ancora per qualche canzonetta di Tiziano Ferro e con i Goonies che passano in tv durante le feste di Natale. E toh, vi regaliamo magari i biglietti per il concerto di Vinicio Capossela. Perché essere divertenti, sagaci, piacenti e naturalmente pazzi di voi, funziona ancora.
Il punto è che se non riuscite a stuzzicare neppur minimamente il nostro interesse meglio che stiate da sole. E il vibratore azzurro, principe indiscusso della vostra sessualità da fighe di legno, capace sì di arrivare dove nessun uomo potrà mai, facendovi scoprire inediti orizzonti del piacere grazie alla sua meccanica precisione e ricaricabile batteria, ve lo regaliamo anche, che noi preferiamo ancora farci una pippa invece che avere le palle smaronate anche in quei momenti!
Ecco, sai cosa c’è, Cara Femmina Contemporanea? Noi sapremmo indicarvi anche la soluzione. Ma ci state così tanto sulle palle e stiamo così bene da soli che ce la teniamo per noi. So che siamo in questa situazione qua. Che noi siamo così e te, e le tue simpaticissime college, siete lì. Che preferiamo guardarci qualche puntata della nostra serie del momento e poi praticare del sano onanismo, che non contempli l’interazione con una di voi, banalissime creature femminili dell’oggi.
Possiamo solo dirti, Cara Femmina Contemporanea, che a noi d’averci il cazzo piccolo non ce ne frega una cippalippa, perché che vi piaccia o meno, i 20 anni, voi, li avete passati da un pezzo. Posso confermarti che, come io cerco conferme, le cerchi anche tu. Posso confermarti che possiamo provare a evolverci, come si fa sempre dopo le crisi, e diventare persone nuove, con fragilità e insicurezze assimilabili. Adulti imperfetti che provano a stare al mondo, trovando un equilibrio e tendendo al benessere condiviso. Posso confermarti, cara Femmina Contemporanea, che ormai siamo cresciuti. E che abbiamo tutti, uomini e donne, le nostre paure, le nostre nevrosi, i nostri fallimenti e le nostre storie di merda alle spalle. Che non è una gara e che non lo è mai stata. Che non c’è da aver così tanta paura. Che in fondo, vogliamo entrambi la stessa cosa, amare ed essere amati senza tanti programmi e sotterfugi.
E credimi che fare l’amore è meglio che essere emancipate, farvi toccare il culo è più appagante che aver più soldi di noi in busta paga, e una fellatio – se ben fatta – è più alla moda di un ristorante giapponese in Porta Romana. Eh si, non sarebbe neppure male se potessimo portarvi all’altare poi. Non aver paura di essere madre, prima di te, lo sono state in molte. Eh si, nessuno è mai morto soffocato da un pelo pubico.
E quando sei a letto con un uomo, amalo, anche solo per 10 minuti (arrotondiamo per eccesso): cerca la sua pelle, mordi la sua bocca, accarezza i suoi capelli, e i suoi occhi, e il suo piccolo pene. A noi ci frega poco che tu sia roscia, bionda, nera, grassa, magra, giovane, no, vecchia no, glabra, afro, verticale, orizzontale e pure di traverso. Amaci così, anche solo per 10 minuti, che ci serve a riscoprirci umani. Fatti di carne, e istinti, e sapori, e odori, così come siamo. Non come appariamo. Che in fondo, vogliamo entrambi la stessa cosa, amare ed essere amati.
Tivvubbì,
Piccolo Pene.
P.S. Ah, cara Femmina Contemporanea, un’ultima cosa. Invece che il corso di yoga il martedì e il giovedì sera, vai da nonna e chiedile come si cucina una pasta con le sarde e la mollica atturrata con i controcazzi, gradiremmo senz’altro!
Intelligente fare un’articolo specchio per pigliarsi le briciole del successo del (mediocre) articolo originale.
Ammazza che genio della comunicazione.
La prossima volta cercherò di scrivere un commento tagliente e intelligente come il tuo per avere qualche sostenitore in più. (però togli l’apostrofo fra “un e articolo” che mi sanguinano gli occhi).
Dai Zio Effe, non ci vuole tanto per capire che il mio è un blog casereccio, vecchia scuola, per far sapere a quegli stronzi dei miei amici che sono ancora vivo. Non un genio della comunicazione, ma ancora vivo. D’altronde 8 articoli, di cui 4 che fanno riferimento alla mia sfera personale, in 3 anni non lasciano spazio al altre interpretazioni.
Ad ogni modo, grazie per aver letto quello che penso, e scusa se hai perso quei 5 minuti della tua vita per ste mie quattro stronzate.
Note: se vuoi avere tanti LIKE non fare articoli specchio di articoli mediocri!
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Ehi ciao Maschio Contemporaneo! Devo dire che magari ci fossero più tipi come quelli che descrivi tu e non come quelli descritti nell’altro articolo! Purtroppo oggi moltissimi uomini davvero sono più depilati di me, con moltissime più paturnie e che non riescono ad approcciarsi per chissà quale strano motivo. Io sarei la tanto noiosa Femmina contemporanea ahahah ma non mi sento per niente noiosa. So cucinare discretamente, amo viaggiare (non per scattare odiosi selfie, bensì per scoprire il mondo e imparare altre culture), vorrei poter avere la possibilità di conoscere uomini interessanti che però non siano dei narcisisti fissati con l’estetica. Tutto questo per dirti che ho molto apprezzato il tuo articolo, ma che purtroppo non riesco a condividerlo poiché pochi uomini oggi sono davvero come quello che descrivi, siccome la maggior parte non ha nemmeno il coraggio di dirti che non gli piaci abbastanza dopo varie volte che uscite, e preferisce sparire lasciandoti nell’oblio. Mentre abbondano le donne che si atteggiano da mogli perfette ma che ti trattano peggio di un pezzo di carne. Forse sono davvero loro il problema per cui ad oggi anche un semplice contatto (perché no anche semplicemente un rapporto di una notte) diventa così difficile.
È piacevole pensare che forse altri uomini là fuori non sono ancora del tutto annoiati dal mondo o da queste strane donne contemporanee. Detto questo
A presto
Donna contemporanea
No caro amico non sono d’accordo… parli da uomo ferito… pezzo di pane e lei se ne è andata…. Cerca l’amore non il suo oggetto altrimenti sarai sempre in guerra…
Ciao Antonella, non pensavo che ancora dopo 2 anni qualcuno riuscisse a trovare e commentare questo articolo mio articolo.
In Amore, negli anni, ho sofferto e ho fatto soffrire e mai per volontà precise ma perché in tutti i casi cercavo l’Amore. Era appunto la ricerca dell’Amore che determinava la fine o l’inizio di nuove relazioni. Penso questo sia fisiologico. Da vittima e da carnefice.
Il mio sfogo non è riferito a nessuna in particolare. E’ solamente stato un flusso di coscienza scritto con lo stomaco dopo aver letto un articolo in cui faccio riferimento nel mio.
Nessuna ascia, nessuna guerra. Solo il giuoco delle parti.
A volte andava bene, altre meno.
In generale si è troppo presi a specchiarsi invece che spostare lo sguardo altrove.