Vanessa, Greta, Sgrena o chicchessiano.
Alla domanda:
“A chi critica l’eventuale riscatto pagato dallo Stato per la liberazione delle due ragazze, dico: facile criticare, ma se fossero state le vostre figlie?”
posta un padre sul proprio profilo Facebook, parlo da figlio con un’età da poter essere padre.
Piccola parentesi sulla questione dei marò italiani in attesa di giudizio in India in risposta ad un commento fatto da una terza persona che afferma:
“Abbiamo pagato per la Sgrena paghiamo per queste e anche per altre. Speriamo che l’India ci chieda dei soldi per i nostri soldati così possiamo dire di aver liberato i nostri maró”.
Il più grande insegnamento che possiamo ricevere e augurarci di trasmettere da un padre è che ogni nostra azione avrà sicuramente, nel breve o a lungo termine, una conseguenza. Insegnerebbe molto di più se la conseguenza ricadrebbe su chi agì, in buona o cattiva fede. In tutta sincerità penso sia doppiamente sbagliato analizzare nello specifico un errore generalmente criticato o criticabile solo perché vicino ai nostri affetti.
Non puoi e non potrai mai obbligare un figlio a non sbagliare ma sarebbe giusto insegnargli a prendersi la responsabilità del fatto e le conseguenze che ne derivano.

Sgrena, Vanessa, Greta, ai fatti di oggi non hanno mai ucciso nessuno. Sbagliato, a mio parere e oltretutto secondo la legge italiana, pagare un riscatto. Non si ha la certezza ma l’Italia ha pagato negli anni riscatti per riportare a casa nostri connazionali. Nazioni come la Francia, la Germania e la Spagna lo hanno fatto a sua volta. L’America e gli inglesi no. Loro non pagano nessun riscatto, e non è una questione di denaro, come se si potesse mai avere un tariffario o dare un prezzo ad una vita umana. Un sequestro è un atto di forza e si risponde con un atto di forza. In Italia invece si deve combattere, più che con i rapitori, con l’opinione pubblica. In Italia il Governo sarebbe criticabile sia se pagasse (pagano con denaro pubblico un riscatto per gente che non conosciamo o che se la è cercata) sia se non lo facesse (non è in grado di riportare a casa un connazionale).
Detto questo, i marò, e non può essere strumentalizzato, hanno ucciso. Poi se si vuole discutere su quali motivazioni hanno spinto i due a sparare, se debbano essere giudicati dal governo italiano o da quello indiano, se dovevano trattenerli in Italia e non farli ripartire, questa è un’altra storia.
Mi si risponde:
“Salvo, tutto giusto……in teoria, ma la domanda ricorre….visto che ancora non sei padre, se una delle due fosse stata tua sorella mi pare di capire che avresti preferito farle tagliare la testa in onore ad un irreprensibile comportamento dello Stato italiano?”.
Nella più totale ed assoluta sincerità e nel più totale coinvolgimento affettivo-mentale considerando che sono seduto su un divano e mia sorella penso sveglia da poco nella sua casa a Roma, non vorrei mai e poi mai che lo Stato italiano, che non mi rappresenta e di cui mi sento parte solo per cultura e storia, pagasse un riscatto per un mio caro che volontariamente e conscio delle sue azioni si trova-trovava nella situazione di Vanessa e Greta.
Avrei, invece, venduto la mia Smart, casa nella 10^ est, ogni mia proprietà a tal punto da camminare scalzo, indebitato e chiesto soldi fin quando qualcuno sarebbe stato disposto a darmeli nella consapevolezza che non sarei mai in grado di ripagare il debito. Con questi soldi avrei assunto professionisti privati che con un atto di forza, pari ad un rapimento, potrebbero darmi la speranza di rivedere mia sorella.
La differenza fra grandi Uomini e gli altri, sta nel saper affrontare le situazioni che ti chiamano in causa nell’intimo e nel personale, con quella lucidità e quella integrità di pensiero come se dovessi gestirle per degli estranei.
Nella vita si è sempre di esempio, che lo si è nella sua concezione negativa o in quella positiva. Un esempio da seguire o da evitare.
Le cito poche parole di un libro che lessi anni fa e che dovrebbe essere didattico in tutte le scuole elementari sperando si possa insegnare ad essere Uomini e Donne invece che ridursi a tante comparse nei locali e nei privé della propria città (considerando che una delle cose non debba per forza discriminare l’altra).
E’ un libro di Enrico Deaglio, “Le banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca”:
“Signor Perlasca. Lei era un commerciante italiano. Lei non era parte in causa. Lei avrebbe potuto scappare a Budapest. Perchè ha fatto tutto quello che ha fatto?”. Perlasca avrebbe risposto con le poche parole che ripete adesso. “Vedevo delle persone che venivano uccise e, semplicemente, non potevo sopportarlo. Ho avuto la possibilità di fare, e ho fatto. Tutti, al mio posto, si sarebbero comportati come me”. Avrebbe forse aggiunto, con la sua lenta cadenza veneta: “Si dice in Italia: l’occasione rende l’uomo ladro, di me ha fatto un’altra cosa”. E avrebbe dato la prova che anche nella più impenetrabile nebbia, esiste – perchè è propria dell’animo umano – una tentazione irriducibile, indicibile, fiabesca alla “banalità del bene”.
Di tutto quello che ho scritto sa dove vive il paradosso? Non potrei mai riuscire a pagare qualcuno per liberare mia sorella perché quello stesso Stato che paga riscatti per legge avrebbe congelato tutti i miei averi per evitare che io possa pagare un riscatto!
E se durante l'”atto di forza” per liberare gli ostaggi, i rapitori li uccidono come sono soliti fare? Questi non sono delinquenti comuni, sono pazzoidi pronti a uccidere e uccidersi per morire da “martiri”. Personalmente trovo sgradevole pagare riscatti, ma accettabile se serve a salvare la pelle a qualche concittadino. Son contento che siano tornate a casa vive, e basta.
La gente muore ogni giorno. Basterebbe questa frase. Ma forse a te sta più a cuore la pelle dei nostri concittadini che non quella di chi morirà uccisa dalle armi comprate da questi “pazzoidi” con i soldi pagati dal Governo italiano per riscattare le due ragazzine sprovvedute. Beh, salviamo chi entra in Italia coi barconi ma finanziamo le battaglie di odio filo religiose.